CARLO
ALBERTO
Gli albori delle radiocomunicazioni marittime
a cura di Paolo SERRAVALLE
L'incrociatore
corazzato intitolato al Re Carlo Alberto fu progettato dal Tenente
Generale del Genio Navale ing. Edoardo Masdea, la costruzione
avvenne nell'Arsenale della Spezia e fu varato il 23 settembre
1896.
Le sue caratteristiche erano le seguenti:
Dislocamento: 6'832 tsl
Dislocamento a pieno carico: 7'170 tsl
Lunghezza f.t.: m.105,7
Larghezza m.18
La
propulsione era affidata a due macchine a vapore alternative
a triplice espansione, il vapore era generato da otto caldaie
cilindriche. Tutto l'apparato motore era prodotto dalla S.A.
Ansaldo. La potenza sviluppata era pari a ca. 13'000 CV che
imprimevano alla nave una velocità massima di 19 nodi.
L'incrociatore era dotato di 12 cannoni da 152 mm., 6 cannoni
da 120 mm., 2 da 75 mm., 10 da 57 mm., 10 da 37 mm. Era inoltre
dotato di due mitragliere e di 5 tubi lanciasiluri. Era ancora
presente lo sperone di prora, il ponte di coperta era corazzato
con uno spessore variabile tra 22 e 37 mm. mentre la corazza
di scafo variava a seconda delle zone da 110 a 150 mm.
L'equipaggio comprendeva 27 ufficiali e 403 uomini tra sottufficiali
e comuni.
Di per sé questa unità non avrebbe nulla di particolare
e meriterebbe, per i suoi impieghi militari, d'esser ricordata
al pari di altre della sua epoca ma, come spesso càpita
nel destino degli uomini e delle navi, fu, in un determinato
periodo, l'incarico che le fu dato a cambiarne la storia.
Il 10 giugno del 1902, il Carlo Alberto lasciò gli ormeggi
di Napoli diretto in Inghilterra, a bordo si trovava il Tenente
di Vascello Luigi Solari con un incarico fuori dalla routine
dell'epoca. Visti i primi successi del giovane Guglielmo Marconi
(28 anni) la Regia Marina Militare italiana concesse straordinariamente
l'uso del Carlo Alberto per i primi esperimenti di radiocomunicazioni
terra-mare-terra. È bene ricordare che all'epoca quando
una nave spariva all'orizzonte perdeva ogni contatto con la
terra ferma e di lei nulla si sapeva fino al suo arrivo. In
uno sciagurato caso contrario non era dato sapere niente del
suo destino. Nel luglio del 1897 (due soli anni dopo la famosa
schioppettata che confermava la ricezione d'un segnale a breve
distanza da Villa Griffone) Marconi, allora solo ventitreenne,
ebbe modo di dimostrare le sue scoperte con collegamenti di
18 km. in quel della Spezia in presenza di ufficiali superiori
del Regio Esercito e della Marina. L'impiego e gli sviluppi
di tali scoperte erano facilmente intuibili ma diffidenza e
ritrosie ebbero la meglio fino al, come detto, 1902. Nel frattempo
Marconi (12 dicembre 1901) era riuscito a varcare l'Oceano Atlantico
con i suoi segnali. Quindi non c'erano più scuse.
Il sopraddetto Ten. di Vascello Luigi Solari aveva l'incarico
assolutamente nuovo di gestire l'impiego delle attrezzature
radiotelegrafiche imbarcate; per l'occasione la nave fu dotata
di una vistosa antenna a padiglione sostenuta da un cavo tesato
tra i due alberi.
Il 26 giugno, sedici giorni dopo la partenza da Napoli, Marconi
salì a bordo della nave che si trovava alla fonda davanti
a Poole e qui cominciò gli esperimenti di ricezione con
il suo nuovo detector magnetico, ossia il dispositivo in grado
di rivelare il segnale elettromagnetico raccolto dalla grande
antenna rendendolo così udibile e comprensibile. Di questo
primo evento l'Ammiraglio Mirabello, comandante della nave e
vicecomandante della Forza Navale Mediterranea, volle lasciar
traccia facendone incidere una targa posta sulla torretta corazzata.
Il Carlo Alberto salpò quindi da Poole diretto a Kronstadt
(importante base navale nella baia della Neva, San Pietroburgo)
con Marconi a bordo il quale, col tenente di vascello Solari
avviò una serie di prove di ricezione durante la navigazione.
La
nave, ormai laboratorio dimostrativo galleggiante, fu visitata
a Kronstadt niente meno che dallo Zar di Russia (la cui fine
si approssimava), dal Re Vittorio Emanuele III e dalla Regina
Elena d'Italia.
Da Kronstadt la navigazione proseguì per Kiel, Ferrol,
poi Cadice e infine La Spezia. La stampa di tutto il mondo registrò
questa crociera e l'eco dei suoi traguardi raggiunti fu sensazionale.
Il 6 settembre 1902, in un comunicato, il Ministro della Marina
scrisse "I brillanti risultati ottenuti nella campagna
testè compiuta da codesta Regia Nave hanno determinato
codesto Ministero a porre nuovamente il Carlo Alberto a disposizione
del commendator Marconi per le esperienze che questi ha intenzione
di eseguire attraverso l'Atlantico dalle stazioni di Cape Breton
(Canada) e di Cape Cod (USA) da un lato, e da Poldhu dall'altro,
quale attestato di riconoscenza della Nazione all'illustre suo
figlio ed affinchè ai risultati che si otterranno sia
legato il nome della Regia Marina.
I nuovi risultati non si fecero attendere, il 30 settembre 1902
il Carlo Alberto salpò dalla Spezia per l'Inghilterra
dove, a Plymouth, imbarcò nuovamente Marconi e i suoi
assistenti nonché le apparecchiature necessarie e da
dove, il 20 ottobre, salpò con rotta per Sydney, Nuova
Scozia.
Durante la navigazione ovviamente Marconi e i suoi non mancarono
di far prove di ascolto dei segnali provenienti da Poldhu con
risultati incoraggianti che non vennero meno neanche sotto l'imperversare
di forti burrasche incontrate lungo la rotta. Fu possibile ricevere
Poldhu ancora all'ingresso della rada di Sydney a distanza di
migliaia di miglia dall'Inghilterra.
Finite le missioni marconiane, il Carlo Alberto prese parte
al conflitto Italo-Turco e alla prima guerra mondiale nella
Divisione Cagni. Fino al 1917 servì da appoggio ai MAS.
Nel 1917 subì notevoli trasformazioni che la videro diventare
nave trasporto truppe e ribattezzata Zenson come nave appoggio.
Nel 1920 venne radiato e avviato alla demolizione (1921). Tutto
ha una fine. Marconi proseguì i suoi esperimenti sulla
sua nave Elettra, (vedasi la scheda) rendendosi così
indipendente.
Bibliografia:
50 Navi italiane famose - Giuseppe Annovazzi - Mursia 1971
Autori e siti vari.
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