I
dati indicati nella pagina sono stati riportati dal sito ufficiale
della Marina Militare Italiana
Per
la costruzione dell'incrociatore Giuseppe Garibaldi in unità
lanciamissili fu utilizzato lo scafo originario costruito nei Cantieri
Riuniti dell'Adriatico (Trieste) tra il 1933/1937 su un progetto che
all'epoca era considerato tra i migliori di quella categoria.Lo scafo,
conservò le dimensioni originarie, fu ricostruita la poppa
che divenne del tipo a specchio e si chiusero le aperture a murata
per consentire l'installazione di un impianto di ventilazione/condizionamento
e di un sistema di difesa NBC. L'apparato propulsivo rimase in parte
quello originario, con 6 caldaie a tubi d'acqua subverticali tipo
Yarrow/Regia Marina e due gruppi turboriduttori Parsons the fornivano
- negli anni '50 - una potenza complessiva di 85.000 HP su due assi,
per una velocità massima di 30 nodi ed un'autonomia di 4.500
miglia a 20 nodi.Essendo
rimasta inalterata la disposizione dei locali macchine ed avendo adottato
un unico fumaiolo (successivamente allungato per evitare the i gas
di scarico interferissero con le apparecchiature elettroniche) in
luogo dei due precedenti, fu necessario modificare sia il percorso
delle condotte di scarico delle caldaie, sia altre sistemazioni ausiliarie.
Per far fronte alle maggiori esigenze di energia derivate dall'adozione
di moderni impianti meccanici ed elettronici, fu inoltre necessario
installare ex-novo quattro turboalternatori Tosi-Brown Boveri e due
diesel-alternatori Fiat-Brown Boveri.La
ricostruzione delle sovrastrutture implicò la realizzazione
di un ponte di castello lungo quasi 90 metri, raccordato verso poppa
con una tuga estesa per 65 metri, alla cui estremità erano
posizionati i quattro pozzi di lancio per missili balistici tipo Polaris.
Il complesso plancia-torrione era sormontato da un albero a quadripode
che sorreggeva un radar tridimensionale di sorveglianza aerea AN/SPS-39
Frescan; seguivano il grande fumaiolo e un altro albero a quadripode
per il radar di scoperta aerea lontana Argos 5000 di produzione nazionale,
in grado di battere, in condizioni favorevoli di propagazione, bersagli
fino a 500 miglia di distanza.La
sommità della tuga missili ospitava i due radar di illuminazione
e guida AN/SPG-55, cui era asservita la sottostante rampa binata Mk
9 Mod.1 montata a sua volta sul cielo del locale che ospitava il dispositivo
di caricamento e il deposito dei missili Terrier. L'armamento artiglieresco
era articolato su due torri prodiere binate da 135/45 mm e su otto
pezzi da 76/62 mm OTO Melara «Allargato», disposti ai
lati del complesso fumaiolo-torrione.La
dotazione elettronica era completata da un radar di sorveglianza aeronavale
AN/SPS-6, da un radar di navigazione/sorveglianza di superficie MM/SPQ-2
e da cinque direzioni del tiro, di cui quattro associate ai pezzi
da 76/62 mm e una ai calibri principali.Dopo
la ricostruzione, il Garibaldi aveva un dislocamento standard di 9.802
tonnellate che salivano a 11.335 a pieno carico, per una corrispondente
immersione media di 6,7 metri. La parte più interessante del
progetto riguardò l'installazione dei quattro pozzi di lancio
per i missili balistici a medio raggio Polaris, ricavati nella zona
poppiera precedentemente occupata da depositi e cale di varia destinazione.
Il progetto delle nuove sistemazioni, curato dall'allora Capitano
di Vascello Glicerio Azzoni, riguardava sia le sistemazioni strutturali
per il lancio degli ordigni che la collocazione (in locali adiacenti
a quelli dei pozzi) di tutti gli impianti e le apparecchiature necessarie
al corretto impiego dei Polaris (strumentazioni per la navigazione,
l'individuazione dei riferimenti e la determinazione dei movimenti
della nave, più il complesso delle unità di calcolo).
Queste sistemazioni coinvolsero una zona, compresa fra le ordinate
15 e 31 e delimitata da paratie stagne, lunga complessivamente circa
14 metri, dotata di triplo tondo e di un certo grado di protezione
laterale; i locali in cui essa era suddivisa avevano un'altezza di
circa 8 m - per buona parte compresi al disotto della linea di galleggiamento
- ed erano delimitati superiormente da due tughe. I pozzi di lancio
(lunghi circa 8 metri, con un diametro di 2 metri e con i portelloni
superiori apribili per rotazione verso la mezzeria della nave) scendevano
attraverso tali tughe penetrando per un breve tratto attraverso il
cielo dei locali sottostanti, la cui funzione era legata alla modalità
di lancio dei missili e le cui strutture vennero dimensionate per
resistere sia alto shock termico che a quello meccanico.A
differenza di quanto avveniva per i Polaris installati sui sottomarini,
il cui lancio era effettuato «a freddo» espellendo il
missile dal silo mediante un getto di aria compressa prima dell'accensione
del motore del primo stadio, i missili del Garibaldi avrebbero infatti
dovuto essere lanciati «a caldo», utilizzando cioè
una carica esplosiva, e necessitavano quindi di uno spazio entro cui
sfogare gli effetti dell'esplosione. La realizzazione di tali sistemazioni
richiese circa 6 mesi e una spesa comparabile a quella per l'acquisto
di un singolo pezzo da 76/62 mm. Le prove di collaudo dei pozzi iniziarono
nell'ottobre 1961, mentre nel periodo dicembre 1961/gennaio 1962 vennero
effettuati lanci di collaudo con simulacri inerti, sia a nave ferma
che in navigazione, per poi proseguire sino all'agosto del 1962 con
lanci di simulacri autopropulsi.Motivazioni
di natura politica impedirono però la prevista acquisizione
dei Polaris, cosicché il Garibaldi prosegui la propria esistenza
come unità sede comando della Squadra Navale, partecipando
ad attività addestrative di vario tipo in Mediterraneo e oltreoceano
e rimanendo comunque, in virtù della presenza del sistema Terrier,
il primo incrociatore lanciamissili ad essere entrato in servizio
in una marina europea. L'unità fu posta in disarmo nel gennaio
del 1971, al termine di 33 anni di servizio.
The
data are shown in the official site of the Royal Italian Navy
For the construction of the intersection
Giuseppe Garibaldi missile unit was used hull originally built by
Cantieri Riuniti Adriatic (Trieste) between 1933/1937 on a project
that was then considered one of the best of the categoria.Lo hull
retained the original size, it was rebuilt was the stern-type mirror
and freeing ports were closed to allow the installation of a ventilation
/ air conditioning and a system of NBC defense. The propulsion system
was in part the original, with six water tube boilers subvertical
type Yarrow / Navy turboriduttori Parsons the two groups and provided
- in the 50s - a total capacity of 85,000 HP on two axes, a speed
maximum of 30 knots and an autonomy of 4500 miles at 20 nodi.Essendo
remained unchanged the provision of local machinery and adopting a
single funnel (later extended to prevent the exhaust gases interfere
with electronic equipment) in place of two previous was necessary
to change both the route of the pipeline from boilers, and other auxiliary
systems. To meet the increasing needs of energy derived from the adoption
of modern mechanical and electronic, was also necessary to install
from scratch four Tosi-Brown Boveri turbine generators and two diesel-alternators
Fiat-Brown Boveri.La reconstruction of the superstructure involves
conducting a bridge of castle almost 90 meters long, connected with
an aft deckhouse extended to 65 meters, the ends of which were placed
the four wells to launch ballistic missiles like Polaris. The whole
bridge-tower was surmounted by a tree quadripode that held a three-dimensional
air surveillance radar AN/SPS-39 Frescan; followed the large smokestack
and another tree quadripode for air search radar away Argos 5000 from
domestic production, able to fly in conditions favorable propagation
targets up to 500 miles distanza.La top of the deckhouse missiles
housed two radar illumination and guidance AN/SPG-55, who had enslaved
the underlying ramp twin Mk 9 Mod.1 in turn mounted on the top of
local housing the device loading and storage of missiles Terrier.
The armament was artiglieresco on two twin towers bowman from 135/45
mm and eight pieces of 76/62 mm OTO Melara 'extend', the sides of
the funnel-torrione.La complex electronic equipment was completed
by a surveillance radar AN/SPS-6 naval aviation, a navigation radar
/ surveillance area MM/SPQ-2 and five directions of shooting, including
four pieces associated with the 76/62 mm and a gauge principali.Dopo
reconstruction, Garibaldi had a standard displacement of 9,802 tons
full load rose to 11,335, corresponding to an average of 6.7 meters
immersion. The most interesting part of the project concerns the installation
of four wells for launching medium-range ballistic missile Polaris
obtained in the stern area previously occupied by warehouses and hauls
varied destination. The draft of the new accommodations, edited by
the then Captain Glycerius Azzoni, concerned both the structural arrangements
for the launch of the bombs that location (in premises adjacent to
that of wells) of all facilities and equipment necessary for the proper
use of Polaris (instruments for navigation, finding the references
and the determination of vessel movements, more complex units of calculation).
These arrangements involved an area between the orders of 15 and 31
and bounded by watertight bulkheads, a total of about 14 meters long,
with round three times and a degree of lateral protection; premises
where it was divided had a height of about 8 m - for most, including
below the waterline - and were marked by two upper deckhouse. Wells
launch (about 8 meters length with a diameter of 2 meters and above
the doors open for rotation to the centerline of the vessel) deckhouses
penetrating down through such a short stretch across the sky of the
premises underlying the function of which was due to be launched missiles
and whose structures were sized to withstand both high thermal shock
than to meccanico.A unlike what happened to the Polaris submarines
fitted, whose launch was carried out "cold" by expelling
the missile silo by a jet of compressed air before turning on the
engine of the first stage of the missiles launched Garibaldi said
to have been 'hot', ie using an explosive charge, and therefore need
a space in which to vent the effects of the explosion . The implementation
of these systems took about 6 months and a cost comparable to that
for the purchase of a single piece 76/62 mm. The tests of the wells
began in October 1961, while in the period December 1962 1961/gennaio
test launches were made with inert simulacra, which is a dead ship
at sea, and continue until August 1962 with launches simulacra autopropulsi.Motivazioni
political in nature, however, prevent the proposed acquisition of
Polaris, so Garibaldi continue its existence as a command headquarters
unit of the Italian Fleet, participating in various training activities
in the Mediterranean and overseas and remains still, under the present
system Terrier, the first missile cruiser to be entered into service
in a European navy. The unit was laid up in January 1971 after 33
years of service.
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